Melaccollo. Primo post di Enciclopedia Trinacriota sullo spirito d’avventura dei siciliani.

sicilian way of saying

ENGLISH” version!

Giusto qualche sera fa eravamo a cena con Monsieur Gaspard, un rivolese (si chiamano così gli abitanti di Rivoli?) trapiantato a Marsala, melanina sicula e accento polentonissimo… dicevo eravamo a cena con Monsieur Gaspard e ad un certo punto mi fa “Ma che vuol dire me l’accollo?”

Ah?

Ma come, non è italiano? 😀

A quanto pare NO! Almeno non con il significato che gli appioppiamo noi siciliani. Come recita il dizionario della Treccani, alla voce del verbo accollare: “Addossare un peso, un incarico, un obbligo e sim.: m’hanno accollato un lavoro faticosissimo; vogliono a. a me tutta la spesa. Quindi, accollarsi, assumersi un incarico, un obbligo: accollarsi un debito, una responsabilità.”

Seeeeee, vabbè

Cioè sì, un po’ ci ha azzeccato, ma se sapeste con quali sorrisi complici e con quanto spirito d’impresa un siculo ti dice ‘Compa’ me l’accollo’, capireste che non si sta facendo carico di nessuna grave responsabilità, tantomeno un debito! Non sarebbe nello spirito di un siciliano.

Accollarsela vuol dire che quando i tuoi amici ti propongono un’impresa rischiosa e che in teoria non si dovrebbe fare e che ha alte probabilità di essere scoperta, tu accetti e ti prendi la responsabilità del rischio, pregando perché vada bene. Ovviamente quando va male seguono rinfacciamenti sulla responsabilità delle conseguenze. La mole di parolacce/rimproveri/eventuali scioglimenti di amicizie pluriannali è direttamente proporzionale al danno.

Io conosco degli individui, di cui non farò nome e nemmeno la descrizione perché rischierebbero di essere denunciati e arrestati, che fanno lo SpazzaTour.

Non so da voi ma qui da noi c’è una pessima abitudine, sopratutto in certe zone, quella di non buttare l’immondizia nel cassonetto ma di poggiarla fuori dalla porta o peggio appenderla con dei ganci alla finestra, a volte alla giusta altezza per dondolarti dritta davanti al viso, perché così non solo non devi farti 200 metri per raggiungere il cassonetto (un giorno vi parlerò anche del concetto di lagnusìa e dintorni perché servono millemila post) ma non oltrepassi nemmeno la balàta sulla soglia di casa, quindi puoi tenerti addosso il pigiama, la canottiera e le pantofole senza dover fare la fatica di metterti addosso qualcosa di più decente per esporti al pubblico delle vecchie/giovani schiffarate che ti seguono con lo sguardo, sfacciatamente quando sono al balcone o vigliaccamente quando sono nascoste dietro le imposte delle finestre degli appartamenti al piano terra (ci sono, ci sono).

Comunque dicevo…qui si usa così da alcune, molte, parti e gli inventori dello SpazzaTour, sopraffatti dalla loro coscienza civica, con tanto zelo, quando capiscono chi è stato il lagnùso che ha messo fuori dalla porta la munnizza così abbandonata, che tanto domani se la portano via lo stesso, se vive ai piani alti (vabbè, al primo piano 😀 ), gliela ributtano sul balcone di notte!!!!

Immagine che racchiude l'essenza dello SpazzaTour (Quel che lasci trovi

Immagine che racchiude l’essenza dello SpazzaTour (Quel che lasci trovi)

Quando sono tristi e passano per una via piena di sacchetti appesi, che manco a Natale vedi così riccamente addobbate, l’indignazione prende il sopravvento e inizia il programma di Educazione Civica.
La lezione di Educazione Civica riesce anche a deviare in una lezione di Educazione Fisica dando luogo ad una esperienza altamente formativa per tutti coloro che, in modo attivo o passivo, ne entrano a far parte. Il lancio della munnizza prevede una preparazione fisica non indifferente oltre che un certo acume nella scelta del sacchetto, non troppo leggero, niente vetro e niente incudini, una buona mira, bicipiti mediamente allenati e una accorta calibrazione del lancio. La difficoltà aumenta con i balconi delle vecchie case, che hanno i soffitti più alti ergo una distanza di dieci metri tra un piano e un altro, praticamente in cielo, se sei poco allenato ti serve lo Sputnik.

Questi delinquenti che si spacciano per atleti e si vantano di essere dei bravi cittadini, eroi trinacrioti fautori della pulizia di tante strade e (forse) coscienze, ormai vanno per i trent’anni e presi da vari impegni hanno ridotto il numero di SpazzaTours, quindi non hanno più l’occhio allenato e manco il bicipite, ovvero beccano sacchetti con il vetro o da tre tonnellate concentrate in un sacchettino da farmacia e non sono più tanto veloci a salire in macchina, quindi il rischio di farsi pestare da un intero vicinato o comunque farsi sputare da un balcone/farsi rilanciare il sacchetto pieno di vetro quando riesce ad arrivare sul balcone/farselo finire dritto sulla testa quando non ci arriva/farsi incocciare dalla polizia o da una macchina qualsiasi o peggio ancora dal proprietario che rientra a casa tardi oppure avere il Fato dalla parte del lagnùso incivile che ti fa ingolfare la macchina, è altamente probabile e la malafiùra (“la figuraccia”) garantita.

Compà, te l’accolli uno Spazzatour?“. Ecco.

Chi vuole intendere intenda!

Chi vuole intendere intenda!

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